Descrizione
Livorno, 5 luglio 2025 – Si è svolta giovedì 3 luglio, nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale, la seconda riunione plenaria del tavolo per il “Manifesto del Lavoro Buono”. Dopo un primo appuntamento a marzo limitatamente ai rappresentanti dei soggetti istituzionali del territorio, lo scorso 8 maggio si era tenuta la prima riunione plenaria, che aveva fatto registrare una notevole presenza, tra enti, agenzie, associazioni datoriali e di categoria, sindacati, associazioni del sociale e del terzo settore.
Anche la riunione di ieri è stata molto partecipata. Sono infatti intervenuti Silvia Vivoli per la Regione Toscana, Edoardo Lombardi della Prefettura di Livorno, Claudia Simonti per l’Amministrazione provinciale di Livorno, Giovanni Lorenzini e Luisa Favilli dell’INAIL, Gianni Cipolli dell’Azienda Usl Toscana Nordovest, Paolo Belli di ARTI, Riccardo Breda della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno, Ilaria Nicolini di CNA, Massimo Marini della Confesercenti, Eugenio Fiore e Luca Lorenzini di Confindustria, Sandro Cini di Confcommercio, Stefano Poleschi di CIA Agricoltori Italiani Etruria, Egon Botteghi del Centro Ascolto Lgbtq+ "L'approdo", Stefano Di Bartolomeo e Giancarlo Pedani di ANMIL, Monica Landi dell’Associazione Ippogrifo, Chiara Tramontani di Confapi Pisa e Tirreno, Filippo Bellandi e Giulia Biagetti della CGIL, Uliano Bardini della CISL, Massimo Marino della UIL, Giovanni Ceraolo di USB.
Ad aprire la seduta l’assessore al lavoro Federico Mirabelli, che ha ricordato le ragioni e gli obiettivi del Manifesto del Lavoro Buono e ne ha illustrato i tratti fondamentali, partendo dai 7 punti che lo caratterizzano: lavoro regolare, cioè svolto nel rispetto della normativa vigente e degli obblighi previdenziali e fiscali, garantendo l’esercizio dei diritti riconosciuti ai lavoratori. Lavoro stabile, in grado di garantire continuità occupazionale, tutele contrattuali e una prospettiva prevedibile di reddito. Lavoro adeguatamente retribuito (come prevede l’art. 36 della Costituzione), che garantisca una retribuzione equa e sufficiente a vivere dignitosamente, superando il fenomeno del working poor. Lavoro qualificato e qualificante, perché il lavoro buono richiede competenze adeguate e deve offrire opportunità di formazione continua, crescita personale e professionale. Lavoro sicuro, che cioè garantisca il diritto fondamentale alla salute e alla sicurezza, nel rispetto delle norme vigenti e promuovendo un ambiente di lavoro che prevenga rischi e infortuni. Lavoro libero da qualsiasi forma di discriminazione, accessibile a tutti e con parità di trattamento, senza distinzioni di genere, etnia, età, religione, orientamento sessuale o altre caratteristiche personali. Lavoro inclusivo, che valorizzi le diversità e promuova la partecipazione attiva di tutte le persone, creando un clima di rispetto, collaborazione e solidarietà. L’inclusione è un motore di innovazione e coesione sociale perché ciascuno, con le proprie esperienze, competenze e identità, può contribuire al benessere e alla crescita della società.
Dopo l'apertura dell'assessore Mirabelli è intervenuta la dott.ssa Silvia Bartoli, in qualità di responsabile dei Sistemi scolastici integrati, CRED e CIAF, politiche giovanili, pari opportunità e tutele dei diritti del settore Istruzione, giovani e partecipazione del Comune di Livorno, che ha illustrato alcune opportunità progettuali strettamente connesse con gli obiettivi del Manifesto del Lavoro Buono. Una riguarda il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. È stata condivisa l'ipotesi di attivare un Percorso per le Competenze trasversali (PCTO) all'interno delle scuole secondarie di secondo grado, finalizzato a stimolare una riflessione tra i ragazzi e le ragazze, già prima che si affaccino concretamente al mondo del lavoro. Questo percorso avrebbe ancora maggiore significato se attivato congiuntamente con tutti gli altri soggetti che sul tema della sicurezza hanno un ruolo centrale. Lo strumento utilizzabile dall'amministrazione per l'attivazione del PCTO è rappresentato da "Scuola e città".
Per quanto concerne invece le pari opportunità, la tutela dei diritti e la lotta contro ogni forma di discriminazione, l'idea è quella di stimolare una riflessione rispetto alla violenza di genere, al supporto alle vittime (ad esempio incentivando l'assunzione di donne che escono dalla violenza), e di innalzare il livello di inclusività, anche rispetto alla comunità Lgbtqia+, attraverso una formazione nelle aziende.
“Adesso – sintetizza Mirabelli dopo la conclusione del tavolo - si avvierà un percorso di ascolto e confronto con tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali coinvolti. Chiederemo un contributo scritto funzionale sia sulla definizione del Manifesto, con eventuali integrazioni e proposte di modifica, sia in termini di idee per realizzare progetti in coerenza con il Manifesto del Lavoro Buono. L’obiettivo è quello di concludere questo percorso, giungendo alla definizione e alla sottoscrizione del Manifesto, entro la fine dell’anno”.
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Ultimo aggiornamento: 5 luglio 2025, 17:11