Giorno della Memoria, cerimonie e iniziative per l'80° anniversario dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz

Dal 26 gennaio al 18 febbraio

Data :

23 gennaio 2025

Giorno della Memoria, cerimonie e iniziative per l'80° anniversario dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz
Municipium

Descrizione

Livorno, 23 gennaio 2025 – Il 27 gennaio di ogni anno si celebra in tutto il mondo il “Giorno della Memoria”, ricorrenza istituita per commemorare le vittime dell’Olocausto. La data è stata scelta in ricordo del 27 gennaio 1945, giorno dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz. 
Quest’anno ricorre l'80° anniversario della liberazione di questo campo di concentramento e sterminio diventato simbolo universale della tragedia del popolo ebraico e di altre minoranze ad opera della follia nazista, e la Città di Livorno promuove un ricco programma di cerimonie e iniziative culturali che mirano a mantenere viva la memoria e invitare alla riflessione. Il programma è frutto della collaborazione tra Prefettura e Comune di Livorno, Comunità Ebraica di Livorno, Ufficio Scolastico Provinciale, insieme ad altri enti, istituzioni e associazioni del territorio. 

Le cerimonie ufficiali, lunedì 27 gennaio, inizieranno alle ore 9.30 al Cimitero Ebraico, in via Don Aldo Mei, con la deposizione di una corona e l’omaggio alle Vittime della Shoah. 
Alle ore 10.30, presso la Prefettura, in piazza Unità d’Italia 1, dopo i Saluti delle Autorità, è prevista la consegna di Medaglie d’Oro conferite dal Capo dello Stato. Seguirà un’esibizione musicale degli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale “Micali” di Livorno. Il programma prevede poi un incontro con Vera Paggi, giornalista RAI autrice del libro “La Breve Estate”. L’iniziativa si concluderà con la proiezione di alcune scene del film “Vite sospese - Dal buio alla luce”, realizzato con le immagini di Mario Benvenuti, per un viaggio che va dal 1938, anno del comizio di Benito Mussolini per giustificare la scelta delle leggi razziali, fino alla Liberazione (progetto a cura di Michele Emdin con contributi di Gianni Lucchesi, Ursula Ferrara, Annick Emdin).

Questo il programma delle iniziative collaterali:

domenica 26 gennaio alle ore 17 nella Sala del Mare del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo (via Roma 234): “Musica e teatro per mantenere viva la memoria della Shoah” a cura della Banda Città di Livorno, diretta dalla prof.ssa Alessandra Luisini, e del Teatro Agricolo, presieduto da Giovanni Balzaretti.

Lunedì 27 gennaio alle ore 10.30 (riservato alle scuole) e alle ore 21 alla Goldonetta (ridotto del Teatro Goldoni) “Chi porterà queste parole?” Lettura scenica dal testo teatrale di Charlotte Delbo. Allestimento di Alessia Cespuglio, a cura di ANPI, ANPPIA, ANEI, ANED, ISTORECO.

Lunedì 27 gennaio alle ore 17.30 nell’Auditorium “Cesare Chiti” del Conservatorio Pietro Mascagni (via Galilei 40) “La musica ridà vita” con musiche di Autori concentrazionari: O. Messiaen, L. Greger, G. Schweizer, E. Schulhoff, V. Dyck e J. Simon. Eseguono studenti e docenti del Conservatorio. A cura del Conservatorio Pietro Mascagni e di ANPI in collaborazione con ANPPIA, ANEI, ANED, ISTORECO Livorno.

Martedì 28 gennaio, a cura della Comunità di Sant’Egidio, alle ore 10 in via Pellettier, all’altezza del civico 20, posa di otto Pietre d’Inciampo in ricordo dei membri della famiglia Levi-Bardavid;
alle ore 17 in Borgo Cappuccini, all’altezza del civico 53, posa di un’altra Pietra d’Inciampo in ricordo di Nella Corinna Coen;
alle ore 17.30 da piazza Giovine Italia partenza del corteo promosso dalla Comunità di Sant’Egidio con arrivo in piazza Benamozegh passando da Borgo Cappuccini, via Verdi, piazza Cavour, via Cairoli, via Dario Cassuto.

Sempre martedì 28 gennaio, alle ore 17 al Centro Donna (largo Strozzi 3) presentazione dell’antologia poetica “Boschi cantate per me”, con la curatrice Anna Paola Moretti e le traduttrici Loredana Magazzeni e Daniela Maurizi. Nel lager di Ravensbrück (l’unico destinato specificamente alle donne) furono composte circa 1200 poesie da deportate, in prevalenza politiche. Questa produzione è ancora sconosciuta in Italia, dove le poesie non sono mai state tradotte. L’antologia, frutto di un lavoro quasi ventennale della curatrice, presenta una selezione di 90 poesie, composte da 50 poete di 15 nazionalità, in maggioranza polacche, francesi, austriache e tedesche, ma anche slovene, olandesi, danesi, russe, spagnole e italiane. Sarà possibile seguire l’incontro anche online tramite il link https://tinyurl.com/32xe834c Iniziativa a cura dell’Associazione Evelina De Magistris. 

Mercoledì 29 gennaio alle ore 11 nella Sala Consiliare del Palazzo  Comunale (piazza del Municipio 1) “Deportazioni e memoria: alcune riflessioni”. Intervengono il prof. Michele Sarfatti, storico della Shoah, Fondazione CDEC, il prof. Enrico Iozzelli, storico, Museo della Deportazione e Resistenza, e la prof.ssa Catia Sonetti, storica, Istoreco della provincia di Livorno. Iniziativa a cura del Comune di Livorno in collaborazione con Istoreco Livorno.

Giovedì 30 gennaio alle ore 10 nella Sala Carlo Azeglio Ciampi di Palazzo Granducale (piazza del Municipio 4) incontro di riflessione e approfondimento (riservato alle scuole) in occasione del Giorno della Memoria, con la testimonianza della prof.ssa Giuliana Menasci. Iniziativa a cura della Provincia di Livorno.

Domenica 2 febbraio alle ore 13 in piazza del Municipio Commemorazione delle Vittime della Shoah davanti alla lapide dedicata a Primo Levi apposta al Palazzo Comunale. A cura di Lions Club Porto Mediceo e Comunità Ebraica di Livorno.

Giovedì 6 febbraio alle ore 11 nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale conferenza di Marta Baiardi, studiosa della Shoah, “Le tavole del Ricordo. Guerra e Shoah nelle lapidi ebraiche a Firenze”. Iniziativa a cura del Comune di Livorno in collaborazione con Istoreco Livorno.

Martedì 18 febbraio alle ore 17.30 al Centro Donna (largo Strozzi 3) presentazione del libro “La persecuzione dei rom e dei sinti nell’Italia fascista. Storia, etnografia e memorie” con l’autrice Paola Trevisan, a cura dell’Associazione Evelina De Magistris.

 

PIETRE DI INCIAMPO - LE PERSONE RICORDATE NEL 2025

NELLA CORINNA COEN
Nella (Corinna) Coen nasce a Livorno il 13 marzo 1881. Dalle poche notizie che si è riusciti a raccogliere, trascorre l’infanzia a Pisa. Torna a Livorno il 27 giugno 1892 con i genitori, Dario Coen, il padre, ragioniere, e la mamma Emma Salfati, casalinga. Vanno ad abitare al n° 53 di Borgo Cappuccini, al primo piano. La famiglia è numerosa, oltre a Nella ci sono altri quattro figli: Ida, Lina, Gino e Arturo. Nella è una ragazza studiosa, impara a leggere e scrivere precocemente, si laurea in lingua e letteratura tedesca. Nel 1924, alla morte del padre, si trasferisce a Cagliari, è insegnante e le viene assegnato il capoluogo sardo come sede di lavoro. Nel 1931 raggiunge la madre che nel frattempo ha lasciato Livorno e si è trasferita ad Abbazia, vicino Fiume, in Via Fabio Filzi 325. Nel 1932 sposa Remigio Sussi, anch’egli livornese ma non ebreo. Ad Abbazia Nella insegna lingua italiana.
Sono anni difficili per Fiume, per tutto il Carnaro e per le comunità ebraiche, molte delle quali seppur piccole ospitano generosamente correligionari, profughi dalle persecuzioni naziste già in atto in Germania dopo l’ascesa di Hitler. Dal 1938, con le leggi razziali, gli ebrei fiumani subiscono la sorte di tu; gli ebrei italiani. Espulsi da tutte le scuole e dalle università; i dipendenti di enti statali, parastatali e comunali licenziati in tronco; gli ufficiali delle Forze Armate pubblicamente degrada ed espulsi. Subito dopo l’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940, in una retata notturna tra il 18 ed il 19 giugno, ordinata dal prefetto Temistocle Testa, circa 400 ebrei di età superiore ai 18 anni vengono arrestati e incarcerati. Alcune delle persone arrestate saranno poi rimesse in libertà o inviate al confino grazie anche al Vice-Questore, Giovanni Palatucci, nominato in anni recenti “Giusto tra le nazioni”, riuscendo a salvarsi, in alcuni casi, dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti.
Poco dopo l’armistizio dell’8 seembre, i nazisti occupano la Venezia Giulia. A capo dell’operazione “cosera adriatica”, che prevede l’annessione del territorio al Reich, sarà destinato il famigerato ed efferato Comandante delle SS Odilo Globocnik (nato a Trieste nel 1904, poi trasferitosi in Austria nel 1918) nazista della prima ora, supervisore della costruzione di diversi campi di concentramento in Polonia, responsabile della distruzione del ghetto di Lublino e della deportazione degli ebrei di quella città. Protetto da Himmler, Globonick prenderà parte anche all’ “operazione Reinhart”, diventando uno dei maggiori responsabili dello sterminio di milioni di persone durante l'Olocausto.
Nella Provincia di Trieste egli arriva con lo specifico incarico di dare la caccia agli ebrei e di farli deportare nei campi di sterminio. Il comando tedesco prende sede nella risiera di S. Sabba.
Nel gennaio del 1944 Abbazia come tuo il litorale adriatico è sotto occupazione e gli Ebrei bracca. Il 30 gennaio, a Fiume, i tedeschi incendiano la Sinagoga e per la comunità ebraica è un vero e proprio pogrom. La polizia tedesca, avvalendosi dei registri del municipio, con i rispettvi nominativi, ha compito facile nei tre mesi successivi nel rintracciare le persone fuggite o nascoste: 243 ebrei saranno deporta dalla provincia del Carnaro, di essi 170 arresta a Fiume, alcune decine nei piccoli comuni limitrofi e 40 ad Abbazia dove si trovavano anche Nella e la madre.
Il 31 maggio Nella viene arrestata. E’ detenuta nella Risiera di San Sabba. Dagli elenchi dei detenuti del campo però, Nella sembra essere rimasta sola, senza la madre né altri familiari. Deportata ad
Auschwitz, non è sopravvissuta alla Shoah.

ABRAMO LEVI E LA SUA FAMIGLIA
Smirne è una bella città turca, si affaccia sul mare e ha un carattere fortemente mediterraneo. Alla fine dell’800 è un importante centro di commerci internazionali. Qui, il 12 marzo del 1902 nasce Amelia Bardavid, una bella ragazza bruna e vivacissima. Suo padre è Nathan Bardavid e sua madre Dori Sciaula Boccara. Due anni dopo nascerà Ester, sua sorella.
Amelia ed Ester crescono in una città aperta, cosmopolita, con un bellungomare, il Quais, su cui è usanza passeggiare e trascorrere, nei numerosissimi caffè, ore piacevoli a chiacchierare con gli amici o trattare affari.
Gli europei sono tanti anche gli italiani: genovesi e toscani soprattutto.
Amelia incontra a Smirne Abramo Levi, un ebreo turcodi Aydin, figlio di Mordechai Levi e di Ester Miles, si sposeranno nei primi anni venti del Novecento ma la loro felicità dura purtroppo poco.
La situazione politica del Paese non promette per loro niente di buono. È finita da poco la prima guerra mondiale e tutta la parte orientale del Mediterraneo è in subbuglio.
dato di Francia e Inghilterra, la penisola greca e le isole dell’Egeo restano contese tra le nuove entità statali in formazione in Grecia e Turchia.
Smirne, dal 1917 affidata all'Italia, passa per cinque anni sotto l'amministrazione provvisoria della Grecia che si va costituendo come Stato nazionale, indipendente dal nascente Stato turco (guerra
greco-turca) di Mustafa kemal. La divisione dei territori dell’ex Impero, abitato da sempre da una popolazione mista, multi-etnica e multi-religiosa, è fatta con un tratto di matita sulla carta geografica:
i confini vengono ridisegnati e le popolazioni deportate a forza per dare omogeneità ai nuovi Stati. Lo scambio delle popolazioni è un esodo biblico: centinaia di migliaia di persone sono deportate, a costo di violenze ed eccidi. Le minoranze vengono brutalmente perseguitate. Anche Smirne paga le conseguenze della guerra e resta contesa tra greci e turchi, a causa dell’importanza del suo porto e della favorevole posizione geografica, strategica per i commerci internazionali.
La cià, prima della guerra, contava circa 370.000 abitanti di varie culture e religioni. La popolazione numericamente prevalente era quella greca con 165.000 persone, seguita da quella turca
(80.000). Altre comunità consistenti sono quella ebraica con 55.000 persone, di cui più di 10.000 livornesi, e armena con 40.000 abitanti.
Nel settembre 1922 i quartieri cristiani ed ebraici di Smirne, quelli più vicini alla costa e al porto vengono incendiati. Con molta probabilità è l’esercito turco ad appiccare il fuoco, casa per casa, per costringere alla fuga la popolazione greca. Anche il quartiere ebraico, limitrofo a quello greco, viene incendiato. Altri dicono sia stato l’esercito greco a passare per le armi “tu; i turchi di Smirne”.
Certo è che l’incendio distrugge i due terzi dell’abitato e che le vi;me, morte tra le fiamme, massacrate o annegate buttandosi in mare per sfuggire al fuoco e alle armi, sono più di 30.000.
La famiglia Levi, come molte altre, perde tuo, ha paura e parte. Il viaggio avviene con mezzi di fortuna, per mare e poi per terra, lunghi tra; sono fa; a piedi. Torino è la prima città italiana in cui i Levi si fermano. La comunità ebraica torinese soccorre i profughi, è molto a;va nella solidarietà.
Ma i Levi decidono di proseguire, con loro ci sono anche altre famiglie smirniote, forse anche alcuni parenti, tu; dire; a Livorno, dove hanno lontane origini. A Livorno la famiglia Levi arriva nel 1929 ed è qui che in quello stesso anno nasce Angelo Giacomo, il primo dei quaro figli. Nei cinque anni successivi, nascono anche Natale, Aldo e Carlo. La vita ricomincia.
Trovano casa in via Pelle;er al numero 20. Qui hanno come vicino Nelusco Giachini, un operaio, è anfascista e si mostra solidale con i nuovi arrivati. Forse è lui che coinvolge Abramo nella resistenza locale. Abramo e Amelia cercano un lavoro e i bambini vengono iscrtti alle scuole ebraiche. Dalle pagelle scolasche risulta che nel 1935, Angelo è in classe con Sol Cittone e Malde Beniacar, due bambine anch’esse di religione ebraica, anch’esse profughe da Smirne con le famiglie; verosimilmente avevano viaggiato insieme dalla Turchia fino alla Toscana: le rispe;ve testimonianze riportano il medesimo itinerario, le stesse soste, la stessa meta: Livorno, appunto.
La “normalità” conquistata non dura però a lungo. Nel 1938 vengono promulgate le leggi razziali e dal 1942 non si trovano più i nomi dei ragazzi ebrei nei registri scolastici, né più pagelle. Il 5 dicembre del '43 gli Ebrei sono dichiarati nemici dello Stato. La loro persecuzione diventa sistematica, non c'è luogo in cui sia possibile nascondersi. La persecuzione raggiunge per primi gli Ebrei stranieri.
Sulla base di liste meticolosamente compilate, gli Ebrei vengono arrestati nelle loro case, è il destino di Abramo che viene preso a Livorno il 20 novembre del ’43 poi tradotto al carcere di Firenze e da lì ad Aushwitz il 6 dicembre, oppure nei luoghi in cui erano sfollati dopo i disastrosi bombardamenti del maggio e del giugno di quell’anno che avevano distrutto la città; a Seravezza (Lucca) viene infa; arrestato, il 17 dicembre, tutto il resto della famiglia, le donne e i bambini, che lì avevano cercato scampo. Sono tradotti al campo di internamento di Bagni di Lucca. Un gruppo di partigiani, in collaborazione con la rete di assistenza costruita dall’ebreo pisano Giorgio Nissim e ai sacerdoti Oblati del Volto Santo, tenta un piano di salvataggio che però non sarà mai realizzato per il precedente trasferimento di tu; gli ebrei a Firenze il 23 gennaio 1944. Amelia invece, con i figli, la sorella Ester e la mamma Dori Sciaula Boccara, sono trasferiti nel carcere di Livorno, poi porta nel carcere di San Viore a Milano e il 30 gennaio salgono sul convoglio n. 6 in direzione Auschwitz.
Con loro altre famiglie ebree turco-livornesi, i Bueno, i Bayona, i Baruch e poi altri ebrei italiani tra cui Liliana Segre e Luciana Sacerdote.
Dirà Rosa Adut, anche lei ebrea smirniota rifugiata a Livorno e sopravvissuta alla Shoah, in un’intervista degli anni ’80: “Sono sicura che tu; gli Ebrei turchi che erano a Livorno furono deportati. Credo
che nessuno di loro sia rimasto fuori dalla lista”.

Ultimo aggiornamento: 30 gennaio 2025, 17:23

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito?

1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?

1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli?
2/2
Inserire massimo 200 caratteri
È necessario verificare che tu non sia un robot